Non sappiamo esattamente a che anno risalga questo paio di Converse Chuck Taylor All Star, ma sappiamo che è vecchio più di mezzo secolo, e ancora in ottimo stato di conservazione. Ed è una buona occasione per raccontare, ancora una volta, la storia delle sneakers più importanti di tutti i tempi, almeno se la storia conta ancora qualcosa. Si dice che che a un certo punto della sua gloriosa storia, il 60% degli americani ne possedesse un paio. Forse è un’esagerazione, ma la leggenda rende bene l’idea dell’importanza del modello.
La storia comincia nel 1908 a Malden, nel Massachusetts, quando l’imprenditore di mezza età Marquis Mills Converse fonda l’azienda Converse Rubber Company, che produce scarpe impermeabili. Essendo un prodotto stagionale, l’azienda non riesce a tenere occupati i suoi lavoratori tutto l’anno: così, per ovviare al problema, nel 1915 inizia a produrre scarpe sportive.
Vista la crescita della popolarità della pallacanestro, Converse sviluppa un modello che soddisfi la domanda del mercato: nel 1917 nascono le All Star.
Nello stesso anno gli Stati Uniti entrano nella Prima Guerra Mondiale, fatto che risulterà cruciale per il successo di Covnerse. L’esercito americano ha infatti bisogno di giovani uomini in forma, e così il governo comincia a incoraggiare l’attività fisica e la partecipazione agli sport furono incoraggiate. Conseguenza? Aumenta la necessità di scarpe sportive!
Le All Star sono già un prodotto di discreto successo quando Charles Hollis “Chuck” Taylor si presenta negli uffici di Converse: è un giocatore di basket esperto che ha giocato anche per i Boston Celtics, e le leggende (again) raccontano che sia lì per lamentarsi, perché le scarpe che indossa gli fanno male ai piedi. Riconoscendo che la sua esperienza possa essere utile allo sviluppo del prodotto, Converse gli propone un contratto da manager. Nel 1934, Chuck diventa il primo uomo al mondo ad avere il proprio nome su un paio di scarpe sportive: è lui stesso a suggerire l’aggiunta di una toppa vicino al tallone, utile a migliorare il sostegno alla caviglia.
Taylor non ha mai ricevuto royalty dall’azienda, ed è rimasto un dipendente Converse tutta la vita: alla sua morte, nel 1969, il 90% dei giocatori di basket negli Stati Uniti – tra università e professionisti – indossano le All Star. Taylor non fa dunque in tempo a vedere le prime avvisaglie della caduta dell’impero di Converse, con l’arrivo, sul mercato del basket, di Adidas prima e di Nike poi.
Insomma, queste sneakers segnano l’apice della parabola delle Converse Chuck Taylor All Star. E il bello è che, vista la grande diffusione del modello negli anni Sessanta, se ne voleste comprare un paio, non dovreste neppure spendere così tanto: servono tra i 500 e i mille dollari, a seconda dello stato di conservazione e della presenza o meno del box originale. Dulcis in fundo: volete indossarle? Beh, è ancora possibile.