Il settore nel suo insieme denota un significativo recupero ma caro energia, costi delle materie prime e conseguenze del conflitto russo-ucraino mettono a rischio l’evoluzione nel breve periodo.
Il comparto calzaturiero italiano continua nella sua ripresa segnando nel primo semestre dell’anno, dopo il +18,7% a consuntivo 2021, un’ulteriore crescita nel fatturato. I dati emergono dall’ultimo report del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici che evidenzia inoltre recuperi in valore a doppia cifra sia sul fronte dell’export che negli acquisti delle famiglie italiane.
Nel dettaglio, nei primi 5 mesi 2022 le esportazioni sono cresciute del 24% in valore e del 15% in quantità sull’analogo periodo 2021. Una performance che ha permesso di superare anche in volume (+2,4%) i livelli pre-emergenziali, benché risulti significativo come il comparto delle calzature con tomaio in pelle, da sempre tipico delle produzioni Made in Italy, sia ancora molto al di sotto delle paia di tre anni addietro. Crolla l’export in Russia e Ucraina per lo scoppio della guerra, con pesanti conseguenze per i distretti produttivi tradizionalmente votati a quest’area.
Sul mercato interno è proseguito l’avvicinamento ai livelli (insoddisfacenti) di tre anni addietro: +18,2% in valore gli acquisti delle famiglie nei primi 6 mesi e +14% in quantità. Tutte le voci merceologiche mostrano un segno positivo su gennaio-giugno 2021. In merito alle vendite online: dopo il boom registrato nel 2020 durante la pandemia, che ha forzatamente modificato le abitudini di acquisto, e il rallentamento del 2021, nei primi 6 mesi di quest’anno hanno subìto un ridimensionamento ulteriore (-8,9% in volume e -4,4% in valore tendenziali) pur rimanendo però decisamente al di sopra (+24% in quantità) rispetto al primo semestre 2019.