“Osiamo essere pigri”, diceva il grande semiologo e filosofo francese Roland Barthes. E in effetti a volte vien voglia di rivalutare la pigrizia, per opporsi al vuoto stakanovismo dei nostri tempi, all’occupazione a tutti i costi che porta via il tempo delle nostre vite. Tuttavia, non è proprio questo il caso.
Quante collaborazioni pigre abbiamo visto, nel corso del 2023? Senza idee, senza riferimenti, senza amore per il prodotto e per quello che un paio di scarpe può significare.
La noia è il primo sentimento che assale, quando si osservano ad esempio molti incontri tra i marchi del lusso e i giganti dello sportswear: solo Adidas, tanto per non fare nomi, quest’anno ha presentato scarpini da calcio insieme a Prada (piuttosto noiosi), Gazelle con Gucci (banalmente ricoperte di tessuto monogram della casa italiana – però il baule non era niente male!) e Stan Smith con Balenciaga (forse le più interessanti del mazzo: per farla breve, sembra siano stato schiacciato da un rullo compressore da 25 tonnellate, ben oltre lo stile distressed e instant vintage). Ma anche gli eterni rivali di Nike hanno avuto la loro bella serie di modelli collaborativi che apparivano quasi uno scherzo, a partire dalle molte Air Force 1 bianche – con appena minime vartiazioni sul tema – che abbiamo visto lanciate in pompa magna: ricordiamo per amor di brevità solo le Nocta X Nike Air Force 1 “Certified Lover Boy” con una iscrizione in rilievo sulla suola e le Travis Scott X Nike Air Force 1 “Utopia Edition“, ancora più tristi con il loro semplice logo sul tallone. Il minimalismo è una corrente di pensiero che ci piace, ma richiede una certa intelligenza nella progettazione: non sono proprio questi i casi.
Capitolo a parte per le grandi occasioni perse dai giganti del mondo sneakers, ad esempio quando le collaborazioni coinvolgono pezzi importanti dell’immaginario pop globale: il risultato potrebbe essere esplosivo, e invece spesso finisce per essere poco meno di un mortaretto. Guardare, per credere, le collezioni-capsula dedicate da Puma a Superman, o Final Fantasy: potenzialmente devastanti, assai poco eccitanti in concreto.