Sneakers Magazine – Issue N°111
Tradizioni di capodanno: mangiare lenticchie, mettere il dito nello spumante, indossare qualcosa di rosso, bruciare una banconota, versare crema dolce sul pavimento, rientrare a casa con il piede destro, portare una valigia vuota, lanciare il pane contro il muro. Ce ne sono molte altre, in giro per il mondo, perfino più assurde di queste. Noi ci limitiamo a scegliere quali sono i trend del mondo sneakers che vorremmo portare nel nuovo anno, e quello che saremmo ben felici di lasciare nel 2023 che si sta chiudendo alle nostre spalle. Un anno, a ben guardare, pieno di contraddizioni: il mercato delle sneakers è certo pieno di acciacchi, sia economici che d’immagine, eppure appare davvero too big to fail, come dicono gli americani. Almeno fino a prova contraria (che, per quel che ci riguarda, speriamo non arrivi mai).
Rimane – per semplificare al massimo il discorso, al di là di ogni complessa analisi di mercato – la speranza che i prossimi anni siano più equilibrati, senza i mostruosi eccessi di hype degli ultimi: con il senno di poi, quei picchi sono stati positivi per pochi, negativi per la maggioranza e, a lungo termine, per l’intero sistema. Sistema che, in ogni caso, continua comunque a fornire storie esemplari, di successi consolidati e nuove speranze.
Dall’Italia, ad esempio, ne arrivano due: quella di Lotto, marchio celeberrimo protagonista della nostra cover story con i modelli dedicati al cinquantesimo anniversario della casa, e quella di Sneaky, nuovo progetto Made in Italy che si pone l’obbiettivo di mettere insieme le energie migliori del nostro Paese, da nord a sud. Non sono le uniche note positive che troverete sfogliando le pagine che seguono: oltre a molte novità di linea, alle collaborazioni più significative degli ultimi mesi e ai momenti sneakers nella cultura pop, sempre più spazio è dedicato ai marchi outdoor e da montagna, che si ritagliano uno spazio sempre più importante anche nel settore lifestyle e nel contesto urbano, portando a termine uno slittamento iniziato nei lontani anni Ottanta, con la comparsa nelle metropoli dei primi piumini decontestualizzati.
Oggi le linee di confine sono sempre meno nette, e come abbiamo imparato negli ultimi anni, vale davvero tutto. Il che non significa che la qualità del prodotto, la ricerca tecnologica e – soprattutto – l’eredità storica abbiano perso valore. Da parte nostra, continuiamo a seguire questi tre fari, per provare a orientarci nel mare magnum del mercato. Lo faremo, come sempre, anche nel 2024.
Qui sotto, come sempre, potete sfogliare le prime pagine del numero 111
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